Evo Morales, Presidente della Bolivia, (rieletto senza brogli), davanti al golpe della Polizia e dell’Esercito si è dimesso dalla sua carica per evitare un bagno di sangue. Queste alcune frasi della sua conferenza stampa:
“Ci stiamo arrendendo in modo che i nostri umili fratelli smettano di essere presi a calci, non vogliamo scontri” (…) “Ho deciso di dimettermi dalla mia posizione in modo che Carlos Mesa e Luis Camacho smettano di abusare e danneggiare migliaia di fratelli (…) Ho l’obbligo di cercare la pace e per questo motivo mando la mia lettera di dimissioni all’Assemblea Plurinazionale della Bolivia. “
Sui social, già numerosi compagni stanno esprimendo le loro perplessità in quanto la scelta di Morales rischia di “legittimare” chi lo accusava di brogli e, soprattutto, perché lascia disorientati, e quindi passivi, i tanti boliviani che erano scesi in piazza a sostegno di Morales e per la difesa delle conquiste sociali che ha portato avanti. D’altro canto, sono altrettanti numerosi coloro che difendono quella che ritengono una scelta obbligata di Morales: unica soluzione per consolidare, attraverso nuove elezioni, un sistema democratico in Bolivia.
Ovviamente, solo la Storia potrà dire chi aveva avuto “ragione” ma, a parere di chi scrive, il mandato di cattura contro Morales, le violenze di questi giorni, purtroppo sempre più efferate, contro attivisti, giornalisti, sindacalisti, funzionari pubblici… “colpevoli” di aver sostenuto Morales” si direbbe confermino le opinioni di chi (tra cui chi scrive) aveva giudicato sbagliata la scelta politica di Morales.
Va da sé che su questioni così complesse non è possibile pronunciarsi compiutamente stando avanti una tastiera e sarebbe auspicabile un serio dibattito su come sviluppare un movimento di solidarietà con i tanti governi che, incarnando la speranza di milioni di sfruttati, sono vittime di un sempre più efferato imperialismo. In mancanza di meglio, proponiamo qui un banale sondaggio che, con tutti i limiti di questo strumento, non pretende di dimostrare alcunché ma solo essere di stimolo al dibattito di cui sopra e, soprattutto, alla nascita di un movimento antimperialista (già drammaticamente assente ai tempi del tentato golpe in Venezuela).
I risultati di questo sondaggio saranno pubblicati sotto questo articolo tra una settimana.
Francesco Santoianni